giovedì 22 novembre 2007
facciamoci quattro risate
Caro figlio, ti scrivo queste poche righe perché tu sappia che ti ho scritto. Se ricevi questa lettera, vuol dire che è arrivata, se non la ricevi, fammelo sapere, così te la rimando. Tuo padre ha letto sul giornale che lo più degli incidenti capitano entro un chilometro dall’abitazione, così abbiamo traslocato più lontano. Il tempo qui non è male. La settimana scorsa ha piovuto due volte: la prima volta per tre giorni, la seconda per quattro. Per la giacca che mi hai chiesto, tuo zio Piero m’ha detto che spedendola coi bottoni sarebbe costato caro per il peso dei bottoni. Allora l’ho staccati. Se pensi di riattaccarli, te l’ho messi nella tasca interna. Tuo fratello Gianni ha fatto una sciocchezza con la macchina: è sceso e ha chiuso dentro le chiavi. Allora è dovuto rientrare a casa a prendere il secondo mazzo, così anche noi siamo potuti scendere dalla macchina. Se vedi Margherita salutamela, se non la vedi non dirle niente. Adesso ti saluto, devo correre all’ospedale: tua sorella sta per partorire, non so se sarà maschio o femmina, perciò non so dirti se sarai zio o zia. Un forte abbraccio dalla tua mamma che ti vuole tanto bene. p.s. scritta da un carabiniere
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